“La pittura può essere una grande gioia quando sulla tela appare ciò che si vuole esprimere o un grande tormento quando non appare. Ma nella professione di pittore è sempre struggente, quando, non si sa come né perché, raramente, ci si accorge di aver fatto dell’arte, il desiderio di ritrovare quell’incanto.
Quando da bambina mi sedevo vicino al cavalletto del mio babbo che dipingeva, pensavo che non sarei mai stata capace di dipingere come lui, come il nonno o come lo zio e non so se ci riesco, ma questo bisogno di lasciare tracce di colore sulla tela non riesco a levarmelo e dunque eccomi pittrice. Quello che vorrei esprimere è la vita: non c’è niente di più vitale di un fiore che muta in pochi istanti , ma si rinnova in altri fiori in altre stagioni all’infinito. Ed è l’attimo fuggente che cerco di cogliere nella vittoria e nella sconfitta del paesaggio”.
Le parole di Aurora Nomellini, ci introducono ai suoi dipinti. Pittrice da sempre con esposizioni in Italia e nel mondo, nipote e figlia d’arte. Suo nonno Plinio Nomellini è stato, agli inizi del Novecento, uno dei maggiori esponenti del Divisionismo – celebre il suo ritratto di Isadora Duncan – come pittore lo era suo padre Vittorio e suo zio Massimo Campigli.
“Fiori, il Fascino dell’Effimero”, trenta opere di dimensioni e tecniche differenti, olio su tela, olio su carta e acquerelli in mostra dal 25 Maggio al 9 Giugno 2018 presso la galleria Paolo Antonacci Roma.
Fiori, esclusivamente fiori, dove Il pennello trascorre sulla tela e affonda sui rossi di amarillidi, rose e camelie, trascolora dal rosa antico dei rododendri al rosa pallido degli oleandri, dal violetto del glicine, degli iris e degli agapanti fino ai lilium e strelitzie color arancio, ai gialli intensi di cymbidium, dalie e girasoli e al candore di margherite e violacciocche per fermarne l’intima essenza e dare corposità materica alle visioni impresse negli occhi dal giardino in fiore. E al suo giardino in fiore di Poggio Imperiale a Firenze e alle terrazze fiorite di Ischia, Aurora, fiorentina di nascita, ischitana d’adozione e fiorentina di ritorno, ha attinto la sua ispirazione, imprimendo sulla lastra dello sguardo indagatore e attento, di artista, le immagini solari della flora mediterranea: “un fiore sempre, una flora eterna, per tutte le stagioni, che saziava la mia voglia di colore e di luce”. Un tappeto verde, movimenti di petali e corolle e una tappezzeria floreale alla Matisse si dischiudono ai nostri occhi sulla tavolozza tenue dove si armonizzano toni lievi di sfumature inaspettate, dove il fiore è il ritmo di vita, è battito cosmico, un respiro che conosce solo la sinfonia di tutte le cose del creato.
Esposizione 25 Maggio – 9 Giugno 2018
Lunedì-Venerdì 10-14 | Sabato 10-13 e su appuntamento
Via Alibert, 16 / A
00187 - Roma, Italia
Telefono: + 39 06 32651679
info@paoloantonacci.com
Lunedì – Venerdì:
10.00 - 14.00 / 15.00 - 19.00
Sabato:
10.00 - 13.00 / Il pomeriggio su appuntamento