Paolo Antonio PASCHETTO 1885-1963
Nel 1889 il padre di Paschetto ministro evangelico, si trasferisce a Roma. Paolo viene avviato agli studi classici nella capitale, ma manifesta un talento precoce per il disegno e nel 1903 lascia il liceo per l’Istituto di Belle Arti.
Nel 1905 vince un concorso bandito dal giornale “La Tribuna”: la sua decorazione per il soffitto e il fregio per parete merita il premio di 200 lire. Nel 1907 è la volta del biglietto da cinque lire disegnato per il concorso nazionale. Sempre nel 1907 partecipa per la prima volta alla mostra degli ‘Amatori e Cultori’ con due fantasie classiche, Orfeo e Castalia. Si trova quindi a contatto con artisti già affermati come Cambellotti, De Carolis, Terzi e Balla.
I soggetti preferiti degli infiniti ex librise pannelli decorativi che Paschetto crea in questo periodo, adottando la xilografia, tecnica in cui eccelle, o il disegno a china acquerellato, sono scene classiche rivisitate in chiave modernista: teorie di fanciulle che danzano tra ghirlande di fiori, meduse ecc. Il favore dei critici e dei committenti è una conferma. Quando nel 1909 Paschetto lascia l’Istituto delle Belle Arti è già un artista noto. Collabora regolarmente alla rivista “Per l’Arte” per tutta la durata della sua esistenza, e occasionalmente a “Novissima”.
Nel 1911disegna fregi e copertine per la rivista “Roma”rassegna illustrata dell’Esposizione per il Cinquantenario dell’Unità.
Nel 1913 Paschetto viene chiamato all’Accademia di Belle Arti a occupare la cattedra di Ornato, incarico cui si dedicherà per 35 anni con grande entusiasmo. Nella scuola insegna anche Adolfo De Carolis: Paschetto, prima suo assistente e occasionale sostituto, diventa poi suo grande amico. La notorietà porta a incarichi impegnativi di decorazione di pubblici edifici tra i quali i fregi del salone degli Stemmi e dei Cimeli garibaldini in Campidoglio.
A partire dal 1917, Paschetto si dedica sempre più alla pittura a olio nei suoi soggiorni estivi e invernali nella nativa Torre Pellice. Dagli anni Trenta l’attività di Paschettosi fa più privata; espone tuttavia le sue opere, xilografie e dipinti in numerose mostre collettive e personali in Italia e all’estero.