Enrico d'Assia (Roma, 30 ottobre 1927 – Langen, 18 novembre 1999), fu non solo pittore, ma anche scenografo e costumista. Secondogenito di Filippo, principe e langravio d'Assia, e della principessa Mafalda di Savoia. Nacque a Roma nel piccolo, ma elegante casale romano situato tra i Parioli e villa Savoia, a cui i genitori dettero il nome di Villa Polissena.
Enrico, detto 'Dendy', trascorse l'infanzia e l'adolescenza tra le residenze italiane dei Savoia e quelle tedesche; compì i primi studi in Germania, poi frequentò l'Accademia d'Arte a Roma. Ebbe un'infanzia felice fino all'età di 17 anni: durante i drammatici anni della seconda guerra mondiale fu dapprima costretto a rifugiarsi in Vaticano, poi a scappare in Germania. Riuscì a sopravvivere ai bombardamenti, ma perse tragicamente la madre Mafalda, uccisa dai tedeschi.
Molti suoi dipinti e acquerelli sono presenti in musei pubblici e collezioni private. La sua pittura, legata ai modi del surrealismo e del realismo magico, è caratterizzata da un segno analitico: trova i suoi punti di riferimento in René Magritte, nel pittore e scenografo russo Eugéne Berman e nel pittore milanese Fabrizio Clerici. Come scenografo partecipò a svariati allestimenti di opere liriche.
Morì nel 1999 presso lo Schloss Wolfsgarten, un’ ex residenza di caccia a Langen.