Djagilev e Les Ballets Russes : by various artists
Paolo Antonacci espone in collaborazione con la Chaucer Fine Arts di Londra un raro nucleo di bozzetti di costumi e scenografie per i celebri Balletti Russi di Sergeij Djagilev e per altre produzioni, firmati da Natalija Goncharova, Michail Larionov, Alexander Benois e da altri artisti russi contemporanei. Fanno parte di questo gruppo anche alcuni ritratti, tra cui due disegni di mano di Larionov che, in uno traduce in chiave cubista il volto di Djagilev, mentre nell’altro, con un tratto sintetico e penetrante, coglie il geniale impresario accanto al filosofo Guillaume Apollinaire, mentre, assorti e silenziosi, seguono le prove del balletto Parade (1917). La mostra è presentata da uno scritto della studiosa Ann Kodicek, autrice anche delle schede delle opere.
La danza moderna svolge un ruolo tutt’altro che marginale negli sviluppi dell’arte d’avanguardia nei primi decenni del ‘900. Legata alle dimensioni del movimento e dello spazio, il cui minimo comune denominatore è il “tempo”, si rivela uno dei linguaggi che meglio si presta a restituire il senso dello spirito del nuovo secolo. Gli spettacoli funzionano come dei laboratori multidisciplinari, in cui ballerini come Vaslav Nijnskij e Léonide Massine interagiscono con Picasso, Fortunato Depero, Michail Larionov, Henri Matisse, Marc Chagall, con musicisti e intellettuali del calibro di Igor Stravinskij, Erik Satie e Jean Cocteau. Al fascino della danza non si sottrae nemmeno Vasilij Kandinskij, che vede nel teatro il luogo magico, il cerchio mistico all’interno del quale è possibile realizzare la sintesi di tutte le arti e quindi una visione unitaria del mondo. Lo stesso maestro russo tra il 1908 e il 1909 avvia delle sperimentazioni con il ballerino Aleksander Sacharov, proprio nel momento in cui diventa più forte la sua ricerca verso l’astrazione. A questa dimensione di indagine speculativa ed elitaria, risponde il ciclone travolgente della compagnia dei Balletti Russi, che, tra il 1909 e il 1929, compie in Europa numerose tournée, con ballerini leggendari, che determinano la nascita della danza moderna e con soluzioni scenografiche e musicali affidate ai maggiori talenti artistici del tempo. Gli spettacoli organizzati da Djagilev, deus ex machina della compagnia, diventano così il veicolo dei semi prodotti dalle avanguardie: dal Cubismo al Futurismo, dal Raggismo all’Orfismo, fino al Realismo magico del dopoguerra. Si tratta di esperienze che sono alle radici del linguaggio artistico contemporaneo, che oggi più che mai punta a un intervento estetico totale, di forte impatto emotivo sull’osservatore.
Tra i pezzi più significativi esposti nell’odierna mostra, spiccano alcuni bozzetti della vulcanica Natalija Goncharova, tra cui una sinuosa figura di danzatrice in costume, disegnata per il celebre balletto Les Noces (1923) e un coloratissimo paesaggio esotico, che attinge alla vena più autentica dell’arte popolare russa, probabilmente realizzato per La piantagione. Dell’inventivo Leon Bakst, che firma le scenografie e i costumi dei più celebri spettacoli messi in scena da Djagilev, è esposta una serie di studi per La principessa addormentata(1921), caratterizzata da una linea di ascendenza simbolista e da un senso della composizione frutto della sua passione per l’arte dell’antica Grecia. Infine, di Alexander Benois, che insieme a Djagilev e a Bakst anima il movimento primitivo-simbolista Mir Iskusstva (Il mondo dell’arte), viene presentato un raffinato disegno per il sipario de Le Nozze di Figaro(1926), che fa il verso a certe rocaille parigine.
Vale la pena di sottolineare che alcuni dei pezzi in mostra, oltre a fare parte di nuclei di opere e bozzetti di scena conservati nei musei russi, provengono da raccolte private importanti come quelle degli eredi degli artisti o di collezionisti, come il principe Aga Khan.
La mostra è stata ideata e voluta da Paolo Antonacci in contemporanea con la sua partecipazione alla importante rassegna di antiquariato Arte e collezionismo a Palazzo Venezia che si terrà a Roma dal 29 ottobre al 7 novembre. Questo omaggio a Djagilev e ai suoi artisti, inoltre, offre un ulteriore prezioso approfondimento alle due esposizioni Da Giotto a Malevic. La reciproca meraviglia in corso alle Scuderie del Quirinale e la rassegna sui Balletti Russi di Sergej Djagilev all’Auditorium di Roma, eventi di punta della manifestazione Italia-Russia attraverso i secoli. E, infine, rimanda a una iniziativa di grande attualità: il Djagilev Festival, che si terrà nel gennaio 2005 a Groningen (Paesi Bassi), dove danzatori, musicisti e attori internazionali cercheranno di ricreare l’atmosfera effervescente della Saison Russe.