Ippolito CAFFI 1809-1866
La nostra veduta proviene da una collezione privata romana e, stando alla datazione autografa del pittore, va ascritta al primo periodo romano di Ippolito Caffi, quando nel gennaio del 1832 da Venezia giunse nell’Urbe.
Era usanza dell’artista bellunese fissare dal vero su carta le scene di cui era spettatore, e amava riprendere la vita della città tanto nella sua frenesia quanto nei suoi angoli muti.
Vero protagonista del nostro acquerello è il Tevere con il suo antico porto romano: ritratto in primo piano e animato da pescatori e da personaggi che passeggiano lungo le sue rive è attraversato dal ponte Sant’Angelo con la sua schiera di angeli berniniani svettanti.
Alla destra della veduta campeggia il Mausoleo di Adriano con tutta la sua poderosa mole, mentre la riva sinistra è dominata dal Rione borgo alto; sullo sfondo domina la scena la basilica di San Pietro.
Il nostro acquerello trova delle tangenze evidentissime nella scelta del soggetto con un più tardo dipinto di Ippolito Caffi, ascrivibile alla seconda fase romana del pittore e oggi in una collezione privata inglese. È lecito ipotizzare perciò che questo nostro acquerello del 1837 sia stato preparatorio per il dipinto di maggiori dimensioni illustrato alla pagina 135 del catalogo di Ferdinando Peretti “Ippolito Caffi”edito nel 2016.