Ippolito CAFFI 1809-1866
Provenance
Leone Vicchi, Fusignano (Ravenna); Casa Finzi, Firenze; collezione Noferi, Firenze
Literature
M. Pittaluga, Ippolito Caffi 1809 - 1866, Neri Pozza Editore, Vicenza 1971, p. 39 (tav. IV), ill. 93 e in IV di copertina
Pubblicazioni
Caffi - Luci del Mediterraneo, a cura di A. Scarpa, catalogo della mostra, Belluno, Palazzo Crepadona, 1 ottobre 2005 – 22 gennaio 2006, Roma, Museo di Roma – Palazzo Braschi, 15 febbraio – 2 maggio 2006, Skira editore, Milano 2005, cat. n. 86, pp. 182 e 282.
Il prezioso dipinto firmato e datato Caffi 1855, già noto alla Mary Pittaluga, che lo scelse addirittura per illustrare la quarta di copertina nella sua tuttora fondamentale monografia su Ippolito Caffi, è recentemente riapparso sul mercato, dopo essere stato conservato nell’importante famiglia fiorentina dei Noferi.
La tela, opera della maturità del pittore bellunese, racchiude in sé tutte le qualità pittoriche che hanno contribuito a rendere Ippolito Caffi uno tra i più importanti vedutisti italiani del XIX secolo.
La veduta ritrae uno dei panorami più belli e romantici della Roma di allora e di oggi: il tramonto visto dalla rotonda del Pincio con sullo sfondo la cupola di San Pietro e il complesso di Castel Sant’Angelo, mentre le colonne ioniche in granito svettano in controluce. Sul piazzale poche, ma deliziose, figure animano la scena: una bambina intenta a giocare con la ruota osservata da due giovani donne e un religioso.
Il tema, molto caro al pittore, è ripreso anche in un’altra opera, di circa un decennio precedente, conservata nella Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro a Venezia. Questo olio, diversamente dal nostro in cui a dominare sono gli effetti di luce calda e soffusa, raffigura la veduta di Roma dal Pincio di mattina con note cromatiche più fredde e incisive.