Jodocus Sebastiaen van den ABEELE 1797-1855
L’acquerello fornisce una lucida visione di un interno della cultura dell’alta borghesia della prima metà del XIX secolo. La stanza accuratamente arredata, insieme ad una serie di indizi, testimonia la presenza in questa dimora di una famiglia colta e benestante.
A colpire di più, situata nel mezzo della camera, è la vetrina entro cui sono custoditi reperti di archeologia. A comprovare, poi, il gusto antiquario degli abitanti della dimora è la presenza di una replica in biscuit del gruppo scultoreo del Laocoonte.
Sulla parete di fondo si aprono due grandi finestre che, sebbene incorniciate dai tendaggi, lasciano ben intravedere una porzione di un vasto lago.
L’ambiente è colto nella sua quotidianità, quasi come se il pittore avesse fermato un frammento di tempo: i particolari sul tavolo, tra i quali un libro e altri oggetti di uso comune, il cane sdraiato davanti al camino acceso, i personaggi intenti a leggere.
Il pittore belga compì la sua prima formazione artistica presso l’Accademia di Gand; trasferitosi successivamente a Parigi nel 1818, su raccomandazione di David (che dal 1815 si trovava in esilio a Bruxelles) entrò nella bottega di Antoine-Jean Gros.
Al 1823 si data il trasferimento dell’artista a Roma dove, su influenza dei colleghi Frans Vervloet e François-Marius Granet, indirizzò i suoi interessi artistici - dapprima orientati prevalentemente alla pittura di storia - verso soggetti tratti dalla vita popolare romana, secondo gli esempi di Louis Léopold Robert e di Bartolomeo Pinelli.
A Roma van den Abeele conobbe e frequentò i membri della famiglia Bonaparte, tanto da essere nominato maestro di disegno di Luigi Napoleone Bonaparte, ospite di sua madre Hortense a villa Paolina dal 1824 al 1830.
Nel 1830 il pittore si trasferì a Firenze, continuando le sue frequentazioni con i Bonaparte presso palazzo Serristori, residenza di Giuseppe Bonaparte e della figlia Carlotta.
Van den Abeele fece, più tardi, ritorno a Roma per un breve periodo, dove dipinse un gran numero di acquerelli di interni dei palazzi che visitò, per poi rientrare definitivamente in Belgio.
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