Carel Max Gerlach Antoon QUAEDVLIEG
Literature
Il nostro dipinto del pittore olandese raffigura, nello stile preciso e calligrafico tipici dell’artista, la benedizione degli animali che si svolgeva a partire dal 1437 nel vasto piazzale antistante alla chiesa di S.Antonio Abate all’Esquilino, il 17 gennaio, giorno della festa del santo: S.Antonio è infatti il protettore degli animali: la piazza si riempiva per l’occasione di cavalli, muli, pecore, mucche ed altre bestie per la caratteristica benedizione.
Quaedvlieg descrive l’evento, molto sentito dai romani, di fronte alla basilica di S.Maria Maggiore che con il suo campanile e le due cupole laterali, chiude la composizione. Sulla destra si scorge la facciata della chiesa senza le due rampe di scale aggiunte nel 1928 e l’antico ospedale. La scena è popolata da innumerevoli animali condotti da butteri e mandriani, mentre si scorge sulla sinistra una carrozza signorile, segno che anche la nobiltà romana partecipava a quest’evento.
La chiesa di S.Antonio Abate situata attualmente in via Carlo Alberto sull’Esquilino, fu edificata nel 1308 accanto al preesistente ospedale del 1259, per accogliere i malati affetti da patologie della pelle ed in particolare dal cosiddetto “Fuoco di S.Antonio”. Nel 1481 la nuova chiesa subì un primo rifacimento e fu allora che l’antica chiesa di “S.Andrea cata barbara” scomparve, il portale romanico che vediamo oggi come ingresso della chiesa sarebbe proprio l’ingresso principale dell’antica chiesa, opera dei Vassalletto.
Nel 1928 l’intero complesso fu acquistato dalla Santa Sede e la chiesa, restaurata per volontà di Pio XI, fu assegnata ai cattolici russi di rito bizantino, pur mantenendo la dedica a S.Antonio Abate, mentre l’antico ospedale fu trasformato nel celebre centro di studi russi ed orientali denominato “Pontificio Collegio Russicum”. La scala a due rampe che conduce oggi alla chiesa è successiva al 1870, quando furono effettuati grossi lavori di sbancamento della zona ed il livello stradale di via Carlo Alberto fu abbassato.
Carl Max Gerlach Quaedvlieg nel 1853, all’età di trent’anni, dal natio Limburgo, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Anversa e di Düsseldorf. Nel 1852, a seguito della morte della moglie Marie – Thérese Eymael, il pittore decide di trasferirsi a Roma, città in cui risiederà sino alla morte.
A Roma si inserisce presto nella vita artistica. Stabilitosi al n. 42 di via Margutta, Quaedvlieg si dedica allo studio dei maestri del passato, per poi trasporre gli insegnamenti ottenuti dal contatto diretto con i capolavori conservati nella Città Eterna sulle proprie tele. I soggetti prediletti dall’artista variano dalle scene di vita quotidiana, alle vedute della Campagna, sino a temi ben più particolari come il Carnevale.
Tre anni dopo prende parte per la prima volta alla annuale esposizione della Società degli Amatori e Cultori delle Belle Arti nelle storiche sale di piazza del Popolo con tre opere: un soggetto animalista e due vedute dell’Agro di Roma. Questi temi egli privilegerà nell’intero corso della propria vicenda artistica costellata di riconoscimenti – sarà insignito dell’Ordine Pontificio di San Gregorio Magno e il suo dipinto L’apostolo S. Paolo e la profetessa Eudora verrà esposto al Pantheon – non solo da parte del collezionismo, ma anche dal favore di personalità rilevanti del suo tempo. Tra i più noti committenti del pittore basti ricordare la principessa Maria, sorella di Guglielmo II d’Olanda.
Se la Campagna è il tema prediletto dell’arte di Quaedvlieg, non vanno passati sotto silenzio alcuni suoi non frequenti oli, in questo caso di formato non piccolo, con scene del Carnevale romano lungo il Corso, che si distinguono per l’affollato impianto compositivo e la cura delle fisionomie.