Antonio MARINONI
Il nostro dipinto costituisce un raro esemplare di opera firmata e datata di Antonio Marinoni. La data apposta sulla tela ‘1829’ si riferisce agli anni romani di maggior successo dell’artista bellunese.
Il Giardino del Lago a Villa Borghese è stato sempre una delle vedute più amate dai pittori paesaggisti romantici della fine del XVIII secolo e dei primi decenni del XIX.
Sull’isoletta al centro dello specchio d’acqua sorge il tempio di Esculapio realizzato dall’architetto romano Antonio Asprucci negli anni tra il 1785 e 1787 nell’ambito dei lavori di ammodernamento della Villa voluti dal principe Marcantonio Borghese.
Il tempio si ispira ai modelli classici: dal pronao, scandito da quattro colonne scanalate di ordine dorico, si accede alla cella, aperta sia sul retro sia sui lati, dominata dalla colossale statua di Esculapio dio della medicina, restaurata da Vincenzo Pacetti (1746-1820) attorno al 1785, che realizzò anche gran parte dell’apparato decorativo del tempio.
Nella composizione di Marinoni il pronao del tempio è affiancato da un salice e si specchia nell’acqua nella calda luce del tramonto. L’isolotto è collegato alla terraferma da un ponticello di legno. Sulla sinistra si intravede seminascosta dalla vegetazione una cascatella che alimenta le acque del lago, tutt’oggi esistente anche se asciutta.
Il dipinto è realizzato con i toni caldi e soffusi del tramonto romano, eseguito con velature, tecnica impiegata dal Marinoni e da lui stessa descritta nei taccuini “per chiarire un’aria turchina” e per “abbassare le tinte e ottenere una maggior vaghezza”.
Nell’ inventario redatto alla morte di Marinoni dei duecentoquaranta dipinti da lui destinati al Consorzio Nazionale per il Risanamento del Debito Pubblico, figurano diversi soggetti della Villa Borghese, luogo amato e visitato spesso dall’artista (vedi Antonio Marinoni 1796-1871, Bassano del Grappa, 1996-1997, catalogo Electa).