Karl Wilhelm DIEFENBACH German, 1851-1913
L’opera, inedita, rappresenta un’importante aggiunta al catalogo delle vedute dell’isola di Capri del maestro tedesco. L’isola è ripresa dall’alto del monte Solaro: oltre alcuni cespugli di rovi e due pini marittimi in primo piano, si distinguono l’altura del monte di Tiberio, il Castiglione e i due Faraglioni, mentre in lontananza si scorge il promontorio della Punta Campanella sulla costa. Il tutto sembra emergere da un calmo e lattiginoso mare.
Il dipinto, fortemente materico, emana un profondo senso di tranquillità, insolito nelle vedute capresi di Diefenbach, dove l’isola è ritratta per lo più ‘in notturna’, spesso in un’atmosfera d’inquietudine.
L’isola di Capri fu per Diefenbach una fonte di ispirazione inesauribile nonché sua stabile dimora negli ultimi anni della sua vita. Nelle tele ispirate dall’isola, l’artista esprime la propria arte «basata sempre sulla vita dei sentimenti e sul rapporto uomo-natura, solitudine individuale e comunione con l’universo».[i]
Nato ad Hadamar, cittadina dell’Assia, Karl Wilhelm Diefenbach nell’autunno del 1872 si trasferì a Monaco di Baviera per accedere all’Accademia d’Arte della città.
Fu questa l’epoca in cui il pittore si ispirò al movimento dello “Sturm und Drang” diffusosi in gran parte della Germania alla fine del XVIII secolo; l’incontro con numerosi intellettuali dediti al culto della natura ed alle ricerche in campo folkloristico lo portò ad abbandonare ben presto l’ambiente aristocratico in cui trascorse alcuni mesi tra il 1873 ed il 1874 alle dipendenze del duca di Nassau.
A seguito di un periodo di malattia che lo condusse ad un’attenta riflessione sulla propria esistenza, Diefenbach si dedicò, anche per il tramite della pittura, alla predicazione della pace universale e del ritorno alla natura; il discorso “Sulle origini della miseria umana” gli causò un periodo di reclusione seguito da una campagna denigratoria sostenuta dalle autorità dell’epoca.
Il pittore, nell’intento di sfuggire all’insopportabile clima venutosi a creare e per poter continuare la propria attività in piena libertà, decise di trasferirsi a Höllriegelsgereut, luogo in cui nel 1887 incontrò il pittore tedesco Hugo Höppener detto Fidus (1868-1948) che divenne suo devoto allievo. Nonostante le continue persecuzioni Diefenbach, appoggiato da una vasta schiera di intellettuali, ebbe comunque la possibilità di esporre le proprie opere nel 1889 e nel 1891 nella città di Monaco ottenendo un grande successo. Invitato a corte dall’Imperatore Francesco Giuseppe nel 1892 il pittore giunse a Vienna, città dalla quale ben presto si trasferì perché non accettato dalle autorità per il suo carattere anticonformista stabilendosi in un primo momento nei pressi del Cairo ed infine a Capri dove ebbe uno studio rinomato e frequentato dagli intellettuali e dagli artisti presenti sull’isola.
Nella Certosa di San Giacomo sono conservate molte delle sue opere del periodo caprese.
[i] A. Basilico Pisaturo, Un artista visionario, in «Karl Wilhelm Diefenbach 1851 - 1913. Dipinti da collezioni private», catalogo della mostra a cura di G. Alisio, Capri, Certosa di San Giacomo, 21 luglio - 30 settembre 1995, Napoli 1995, p. 11.