Oswald ACHENBACH
Provenance
Caecilie Achenbach, Berlin, 1911.
Private collection, Lindau.
From 1983 on permanent loan to the Düsseldorf Kunstmuseum, inv. n. 1983/82.
Mostre
Andreas und Oswald Achenbach. Das "A und O der Landschaft", Kunstmuseum Düsseldorf 1997/98, ill. p. 128/129, sch. p. 221.
There is a preparatory drawing for this view in the Kunstakademie Düsseldorf inv. n. C54.274.
Pubblicazioni
Die Kunst für Alle, vol. 8, 1892-1893 p. 44.
C. Achenbach, Vom Schreibtish und aus dem Atelier. Oswald Achenbach, p. 441; ill. p. 445.
M. Potthoff: Oswald Achenbach. Sein künstlerisches Wirken zur Hochzeit des Bürgertums. Studien zu Leben und Werk, 1995, ill. 5 pag. 113 and pag. 289, sch. 60.
Il dipinto presentato qui per la prima volta sul mercato, proviene da un’illustre famiglia tedesca che lo aveva lasciato in prestito permanente al Kunstmuseum di Düsseldorf, dove è stato esposto dal 1983 nelle sue sale.
Il dipinto raffigura una veduta della piazza del Quirinale a Roma, anticamente detta “piazza Monte Cavallo”, ripresa dall' odierna via XXIV Maggio.
Sulla sinistra è raffigurata l’imponente “Fontana dei Dioscuri” con l’obelisco. Il gruppo scultoreo dei Dioscuri ovvero Castore e Polluce, ornavano un tempo l’ingresso delle “Terme di Costantino” sempre sul colle Quirinale. Alte più di 5 metri, queste statue gigantesche sono copie romane di originali greci del V secolo a.C.
Papa Sisto V le fece restaurare e collocare qui dall’architetto Domenico Fontana nel 1588, poste allora in posizione parallela tra loro. Soltanto nel 1786, per volontà di Pio VI e su progetto di Giovanni Antinori, fu collocato tra i Dioscuri l’obelisco proveniente dal Mausoleo di Augusto. Nel 1818 la composizione fu completata con la sostituzione della vasca originaria con una massiccia conca di granito grigio prelevata da Campo Vaccino .
Oswald Achenbach da sapiente pittore e scenografo quale era, enfatizza in questo dipinto le proporzioni delle statue e dell’obelisco aiutandosi anche con un raffinato gioco di chiaro-scuri.
Al centro della composizione si erge il maestoso palazzo del Quirinale. La storia del palazzo inizia nel XVI secolo quando il cardinale Ippolito d’Este si fece erigere qui una villa di campagna per il soggiorno estivo. Nel 1587 papa Sisto V incaricò Domenico Fontana dell’ampliamento del preesistente edificio. Clemente VIII invece curò in modo particolare i giardini, una sorta di “salotto all’aperto”. Fu Paolo V a completare il palazzo, conferendogli l’assetto definitivo. Fu definita la facciata sulla piazza con il grande portale, decentrato sulla destra, affiancato da due colonne poste su alti plinti che sorreggono l’architrave, sopra il quale vi sono le due statue giacenti dei Ss. Pietro e Paolo. I pontefici, dal Seicento in poi, abitarono stabilmente in questo palazzo, tranne che per brevi periodi. Dopo il 1870 il palazzo del Quirinale divenne residenza della famiglia reale sabauda. Dal 1947 il palazzo è divenuto la residenza del Presidente della Repubblica.
Risale al periodo Savoia il nostro dipinto del 1892 testimoniato dalla bandiera italiana con lo stemma sabaudo che svetta sul Quirinale.
È molto probabile che il personaggio in uscita sulla carrozza dal palazzo sia proprio il re Umberto I con i suoi caratteristici baffoni, riverito dai passanti.
In primo piano, dipinti con una prospettiva ribassata, sono raffigurati vari personaggi tra i quali un’elegante signora con ombrellino e bambina al seguito, un carabiniere e dei pretini, che si godono il passeggio. Sulla destra invece sono ritratte alcune figure tra le quali spicca un venditore di souvenirs con dei busti in gesso portati su di un vassoio.
Sulla sinistra invece Achenbach ha dipinto, davanti alla cupola di San Pietro, romanticamente sfumata in lontananza, un carro carico di fieno sicuramente ispirato agli innumerevoli dipinti che il pittore realizzò nella Campagna romana.
Oswald Achenbach (Düsseldorf, 1827 – 1905) fu uno dei più importanti pittori tedeschi della sua epoca e, con il fratello Andreas, figura prominente della cosiddetta “Scuola di Düsseldorf”. Nei suoi primi anni di lavoro contribuì allo sviluppo del realismo nella pittura di paesaggio tedesca.
Il suo amore per l’Italia crebbe durante ognuno dei suoi otto viaggi. Il primo nel 1845 e l’ultimo nel 1895. Il viaggio del 1850 ebbe una forte influenza sul suo lavoro poiché ritrovò a Roma Arnold Böcklin (1827-1901) e Anselm Feuerbach (1829-1880), entrambi conosciuti ai tempi degli studi a Düsseldorf.[i]
Achenbach espresse un nuovo modo di vedere l’Italia: egli riuscì a fondere il suo interesse per il realismo dell’architettura e della topografia con un intenso effetto luministico.
Dal 1860 al 1890 la sua reputazione e il suo successo crebbero costantemente. Si concentrò sul tema delle vedute italiane, soddisfacendo così le crescenti richieste della sua vasta clientela. Fu membro delle Accademie di Düsseldorf, San Pietroburgo, Rotterdam e Vienna. Dipinse quadri destinati ai mercati nazionali e internazionali esponendo a Berlino, Vienna, New York, Chicago e Cincinnati. A New York era rappresentato dalla Galleria Goupil di Parigi che aveva aperto lì una filiale nel 1848. Questa poi nel 1857 fu rilevata da Michael Knoedler.[ii]
[i] Potthoff, Mechthild, Oswald Achenbach. Sein künstlerisches Wirken zur Hochzeit des Bürgertums. Studien zu Leben und Werk, Colonia-Berlino 1995, p. 30.
[ii] Cfr. Sitt, Martina, Ed., Andreas und Oswald Achenbach, das ‚A’ und ‚O’ der Landschaft, catalogo della mostra Kunsthalle Düsseldorf, 29.11.97 – 1.2.98, Düsseldorf 1997.