Charles MONNET 1732 -1808
Literature
L. A. Prat, Le Dessin français au XVIII siècle, Paris 2017, p. 441, fig. 808.
Charles Monnet sceglie per quest’opera un soggetto inusuale, o per meglio dire, poco privilegiato dai suoi contemporanei: la processione in occasione della Quaresima del 1758.
Ad essere raffigurato è quindi un fatto di cronaca, entro il cui impianto narrativo il nostro illustratore fonde sapientemente anche il genere della ritrattistica. Il ritratto è quello del cardinale Antonio Andrea Galli raffigurato mentre incede, durante la processione solenne, sulla sua mula nera verso il palazzo del Quirinale.
Sul podio è incisa un’iscrizione cinquecentesca (risalente all’epoca di papa Sisto V, che tuttavia riprende quella antica, perduta, ma ampiamente attestata) che segnala la statua colossale come OPUS PHIDIAE, copia romana di un gruppo in bronzo raffigurante i Dioscuri. Interpretati come figli di Zeus, che a Roma godevano di un particolare prestigio perché avevano sempre aiutato i Romani in battaglia.
Il 26 novembre dell’anno 1753 papa Benedetto XIV nominò Antonio Galli cardinale con il titolo presbiteriale di Sant’Alessio, poi cambiato nel 1757 con quello di San Pietro in Vincoli a lui più caro. Già negli anni che precedettero alla nomina a cardinale l’uomo si era distinto per le sue posizioni in questione di ordine teologico e pratico: nel 1736 divenne consultore dell’Indice, mentre nel 1740 fu chiamato tra i membri dell’Accademia liturgica e della Congregazione per la Riforma del breviario, progetto al quale egli lavorò per tutta la vita.
Il pontefice volle quindi che il neoeletto cardinale si occupasse di tutto: nel dicembre del 1753 lo inserì nelle Congregazioni del S. Uffizio, dell’Indice (di cui diverrà anche prefetto), dei Riti e dell’Esame dei vescovi; l’anno successivo in quella delle Indulgenze.
Nel giugno del 1755 entrò a far parte della Penitenzieria Apostolica, il più antico dicastero e il primo dei tribunali dalla Curia Romana. La carica di Penitenziere Maggiore (alla quale egli assolverà fino alla morte) conferiva a un cardinale la facoltà di imporre sanzioni, dispense, assoluzioni e commutazioni nei confronti del clero.