Giovanni VOLPATO
Il nostro foglio è un raro disegno ad acquarello e inchiostro su carta, utilizzato poi dai due artisti per realizzare l’incisione al tratto.
La veduta raffigura il ‘Palazzo Grande’ di villa Ludovisi con il piazzale antistante, che era raccordato al Palazzo da un ponte e da terrazze a piani diversi con balaustre abbellite da statue antiche. Il piazzale aveva al centro una fontana con la statua del Tritone, oggi collocata presso l’ambasciata degli Stati Uniti d’America.
Nella veduta di Volpato e Ducros il piazzale è animato da personaggi intenti a giochi e attività varie. Sullo sfondo di intravede la imponente sagoma di palazzo Barberini; una grande folla chiude la composizione sulla destra.
Villa Ludovisi era una delle maggiori ville di Roma, edificata nel Seicento nella zona del Pincio, circondata da un vasto parco, nell'area degli Horti Sallustiani. Essa fu voluta dal cardinale Ludovico Ludovisi, nipote di papa Gregorio XV, che acquistò nel 1622 la villa Orsini ampliandola con altre proprietà adiacenti. Ne risultò un parco di trenta ettari tra porta Pinciana, porta Salaria e il convento di Sant'Isidoro. Gli edifici furono progettati dal Domenichino, mentre i giardini sono in parte opera del Domenichino e dell'architetto della Reggia di Versailles, André Le Nôtre.
Dopo la morte del cardinale la villa ebbe vicende alterne di cura e disamore da parte dei proprietari, finché, nella febbre edilizia che assalì Roma nel 1871 divenuta capitale del Regno d'Italia, i principi eredi Boncompagni Ludovisi procedettero nel 1883 alla lottizzazione dell'intera proprietà. Non furono risparmiati né i giardini né (parzialmente) i casini e il Palazzo. Sul terreno dov'era il parco sorse l'attuale rione Ludovisi. Degli edifici storici della villa - decantata ai suoi tempi da Goethe e Stendhal e di fronte alla cui distruzione levarono grandi proteste D'Annunzio e Rodolfo Lanciani - si salvarono solo il casino detto "dell'Aurora" con l’affresco del Guercino, nonché la facciata e la scalinata del ‘Palazzo Grande’, oggi inglobate in Palazzo Margherita, il nuovo edificio costruito da Gaetano Koch fra il 1880 ed il 1890, oggi sede dell’ambasciata degli Stati Uniti in via Veneto.