Galleria d'Arte Paolo Antonacci Roma
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Open a larger version of the following image in a popup: Johann Wilhelm BAUR, View of villa Ludovisi with figures

Johann Wilhelm BAUR

View of villa Ludovisi with figures
Gouache on parchment
9,8 x 13 cm
Sold
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Literature

 

 

La villa Ludovisi fu voluta dal cardinale Ludovico Ludovisi, nipote di Gregorio XIV, che acquistò nel 1622 la villa Orsini ampliandola con altre proprietà adiacenti. Ne risultò un parco di 30 ettari tra Porta Pinciana, Porta Salaria e il convento di Sant'Isidoro, i cui edifici furono progettati dal

Domenichino, e i giardini dall'architetto di Versailles, André Le Nôtre.


Il parco era arredato, oltre che da statue e fontane, da numerosi frammenti romani preesistenti: proveniva da villa Ludovisi (quando era ancora villa Orsini) l'obelisco poi spostato al Laterano. Una delle attrattive della villa era la straordinaria raccolta di oltre 450 sculture antiche, che erano una delle passioni del cardinale, un centinaio delle quali, furono acquistate dallo Stato italiano nel 1910.
Dopo la morte del cardinale la villa ebbe alterne vicende di cura e disamore da parte dei proprietari, finché, nella febbre edilizia che assalì Roma all'indomani dell'unità d'Italia, i principi Boncompagni Ludovisi procedettero nel 1883 alla lottizzazione dell'intera proprietà, non risparmiandone né i giardini né i casini né il palazzo, sulla quale sorse l'attuale rione Ludovisi.

Degli edifici storici della villa (decantata tra gli altri da Goethe e Stendhal e di fronte alla cui distruzione levarono grandi proteste D'Annunzio e Rodolfo Lanciani) si salvò il solo Casino detto dell'Aurora dall'affresco del Guercino.

 

Accorata si levò l’indignazione di quanti avevano a cuore le sorti della Città Eterna. Tra questi Hermann Grimm  che scrisse nel 1886: ‘Bellissimi viali ombrosi di querce e allori, qua e là framezzati da alti e larghi pini, tranquillità e aria balsamica, facevano della Villa Ludovisi, alla quale non era sempre facile avere l’accesso, uno di quei luoghi di Roma ch’erano nominati i primi quando si discorreva degli incanti dell’eterna città.

 

Si, io credo che se, guardando tutta la terra, si fosse domandato qual era il più bel giardino del mondo, coloro che conoscevano Roma avrebbero risposto senza esitare: la villa Ludovisi… Il profetizzare, che sotto il nuovo governo la villa dovesse andare distrutta, come oggi accade, e gli allori, le querce e i pini abbattuti, come oggi li vedo abbattere, sarebbe stato allora un’offesa, che né anche il più acerbo nemico della nuova Italia avrebbe osato recarle, perché sarebbe sembrata una enorme follia’.

 

Johann Wilhelm Baur fu discepolo del miniaturista ed incisore Friedrich Brentel. Nel 1626 si recò in Italia visitando Roma e Napoli rimanendo fortemente influenzato dalle opere di Callot e Stefano della Bella. Durante la sua permanenza in Italia, dipinse soggetti vari per il duca di Bracciano e per molti esponenti della nobiltà italiana. Dopo una visita a Venezia giunse a Vienna, alla corte di Ferdinando III, dove si sposò e rimase fino alla  morte avvenuta nel 1641.

 

Eseguì una serie di vedute italiane che furono poi incise da Melchior Kusel. Lavorò principalmente con la tecnica del “guazzo”, rappresentando con grande maestria scene portuali, battaglie e allegorie del vizio e della virtù esclusivamente su pergamena.  Le sue opere sono rare ed estremamente ricercate.

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