Plinio NOMELLINI 1866 -1943

Plinio Nomellini nasce il 6 agosto del 1866 a Livorno. Nella città natale riceve la prima educazione artistica nel disegno presso la locale Scuola di Arti e Mestieri. Successivamente, nel 1885, Nomellini si trasferisce a Firenze per frequentare l’Accademia di Belle Arti, allora il Regio Istituto, dopo aver ottenuto una borsa di studio dal Comune di Livorno.

 

 

È allievo di Giovanni Fattori, si forma dunque, alla scuola dei “Macchiaioli”, esegue studi di figure e paesaggi. Nel 1889 la sua opera Il Fienaiolo (1888), particolarmente apprezzata dai suoi maestri e dalla critica italiana, viene esposta a Parigi in occasione della Exposition Universelle su indicazione di Signorini e Boldini. Nel 1980 trasferitosi a Genova è tra i primi  artisti italiani a sperimentare la tecnica divisionista dei Neo-Impressionisti come Georges Seurat e ad impegnarsi nei temi sociali che infiammavano il suo animo. Alla fine degli anni Novanta si allinea agli orientamenti dell’estetica europea avvicinando la propria arte alla poetica simbolista di Odilon Redon e Pierre Puvis de Chavannes e ai suoi scenari onirici, che gli valgono un enorme successo presso il pubblico e la critica alla Biennale di Venezia del 1899 con il dipinto La sinfonia della luna.

 

 

È amico di pittori e poeti quali Pellizza da Volpedo, Galileo Chini, Gabriele D’Annunzio, Giovanni Pascoli, e di musicisti come Mascagni e Puccini. A partire dal 1908 il giardino della sua casa di Fossa dell’Abate in Versilia diventa méta di illustri esponenti del panorama intellettuale italiano dell’epoca, come Gabriele d’Annunzio, Grazia Deledda, Isadora Duncan, Eleonora Duse, Lorenzo Viani.

 

 

Eleonora Barbara Nomellini ricorda che a Fossa dell’Abate Plinio Nomellini “Pittore ormai famoso […] dipingeva en plein air, su tele inchiodate a pali di legno infilati nella sabbia. Dipinti felici, luminosi, con i giovani figli Victor, Aurora e Laura che animano il suo giardino incantato, Eden in terra […]”.

 

Nei primi anni del Novecento, Nomellini si cimenta anche con l’illustrazione, collaborando coi Fratelli Alinari per un’edizione della Divina Commedia e con varie riviste per la pubblicazione di poesie degli amici autori e scrittori. Nel 1919 Plinio Nomellini si stabilisce a Firenze e nel 1920 espone alla XII Biennale con una personale di quarantatre opere. Muore nel 1943, a Firenze.

 

Tra le innumerevoli mostre cui l’artista sarà puntualmente e regolarmente invitato a esporre, si ricordano in particolare le Biennali di Venezia dal 1899, la Secessione di Monaco del 1901, successivamente l’Esposizione internazionale di Roma del 1911 e quelle delle Secessioni Romane (1913-1916), fino alla Quadriennale di Roma del 1942.