Carel Max Gerlach Antoon QUAEDVLIEG
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Questo raffinato olio su tavoletta dipinto nello stile “miniaturistico” tipico del pittore olandese e tecnica nella quale egli eccelleva, raffigura una scena inusuale per il suo repertorio: in un bosco di querce e olmi attraversato da un sentiero con ogni probabilità dei Castelli Romani, un buttero a cavallo conducente altri due cavalli da soma, si avvia verso un fontanile dove già si trovano due personaggi, uno a cavallo e un altro a piedi con un’asina, un cagnolino festoso, tipico delle composizioni di Quaedvlieg anima la scena.
Nel 1853, all’età di trent’anni, dal natio Limburgo, Carl Max Gerlach Quaedvlieg frequenta l’Accademia di Belle Arti di Anversa e di Düsseldorf. Nel 1852, a seguito della morte della moglie Marie – Thérese Eymael, il pittore decide di trasferirsi a Roma, città in cui risiederà sino alla morte.
A Roma si inserisce presto nella vita artistica. Stabilitosi al n. 42 di via Margutta, Quaedvlieg si dedica allo studio dei maestri del passato, per poi trasporre gli insegnamenti ottenuti dal contatto diretto con i capolavori conservati nella Città Eterna sulle proprie tele. I soggetti prediletti dall’artista variano dalle scene di vita quotidiana, alle vedute della Campagna, sino a temi ben più particolari come il Carnevale.
Tre anni dopo prende parte per la prima volta alla annuale esposizione della Società degli Amatori e Cultori delle Belle Arti nelle storiche sale di piazza del Popolo con tre opere: un soggetto animalista e due vedute dell’Agro di Roma. Questi temi egli privilegerà nell’intero corso della propria vicenda artistica costellata di riconoscimenti – sarà insignito dell’Ordine Pontificio di San Gregorio Magno e il suo dipinto L’apostolo S. Paolo e la profetessa Eudora verrà esposto al Pantheon – non solo da parte del collezionismo, ma anche dal favore di personalità rilevanti del suo tempo. Tra i più noti committenti del pittore basti ricordare la principessa Maria, sorella di Guglielmo II d’Olanda.
Ora, se la Campagna è il tema prediletto dell’arte di Quaedvlieg, non vanno passati sotto silenzio alcuni suoi non frequenti oli, in questo caso di formato non piccolo, con scene del Carnevale romano lungo il Corso, che si distinguono per l’affollato impianto compositivo e la cura delle fisionomie: opere di sicuro richiamo collezionistico, ma che pure hanno ingenerato il disinvolto malvezzo di attribuire spesso al pittore di Valkenburg molte delle tele non firmate di soggetto carnevalesco romano che appaiono con qualche frequenza sul mercato internazionale.